giovedì 12 dicembre 2024

Elisa Mancini, Chiamatemi stagionata, un romanzo ironico sulla mezza età

 












Chiamatemi stagionata, di Elisa Mancini, collana Affiori di Giulio Perrone Editore è, più che un romanzo, una riflessione fatta, come mi dice Elisa, con "leggerezza e un sorriso dolceamaro sui  temi di quell'universo ancora troppo nascosto". L'universo della mezza età femminile.

Chiamatemi stagionata, un mix perfetto di ironia e profondità

Immaginate di trovarvi a Milano, con il rumore del tram che si mescola al tintinnio delle tazzine. Al tavolo accanto, una donna di mezza età che inizia a raccontare le sue pillole di stoltezza. È così che mi sono sentita leggendo Chiamatemi Stagionata. Come se l'autrice fosse lì con me, tra una battuta e una riflessione, a farmi ridere e pensare.

Questo libro è un mix perfetto di ironia e profondità, dove la protagonista ci porta a esplorare la mezza età senza peli sulla lingua (anche perché, diciamocelo, i peli ormai crescono dove meno te li aspetti). Tra vampate di calore e vampate di consapevolezza, si ride delle sventure della menopausa. Dal temuto girovita che non ne vuole sapere di tornare al suo posto: Il mio girovita ricorda più un bombo che una vespa. alla prova costume , alla vista che sparisce e no, non è solo stanchezza.

Uno spaccato di vita autentico e un po'spietato

Ma non è solo un libro per riderci su. Ambientato nella scintillante e caotica Milano, ci offre uno spaccato di vita autentico e talvolta spietato. Tra il traffico milanese e i negozi del centro pieni di ventenni in crop top, la nostra protagonista lotta per trovare il suo spazio, la sua voce e, perché no, anche una gioia più semplice e genuina. E lo fa con la consapevolezza che essere "stagionata" non significa essere sullo scaffale scaduto, ma una bottiglia di vino che migliora col tempo. Le ragazze di settembre, come le chiama la Mancini.

Piccoli quadri di situazioni tragicomiche

L’autrice sa giocare con le parole come un’artista con i colori: ogni capitolo è un piccolo quadro di situazioni tragicomiche in cui molte lettrici si riconosceranno. Il tono brioso e le frecciatine sottili trasformano anche i momenti più seri in una risata liberatoria. Perché, per dirla con l'autrice, alla mia età il senso dell’umorismo deve essere affilato come i tacchi che non riesco più a usare.

Insomma, Chiamatemi Stagionata non è solo un libro, è una dichiarazione di guerra alla sindrome dell'invisibilità femminile che spesso accompagna la mezza età. Una lettura che fa bene all’anima, ma anche ai muscoli facciali, perché tra una risata e l’altra, l’esercizio è assicurato. Consigliato non solo a chi sta vivendo questa fase della vita, ma anche a chiunque voglia capire, con un sorriso sulle labbra, cosa significa affrontare il bello e il brutto dell’essere una donna stagionata nella giungla urbana.

Alla fine, la morale è chiara: non importa se la vita ti fa venire le rughe, basta che ti faccia anche ridere!

Elisa Mancini

È nata a Milano nel 1976. Laureata in Scienze politiche, si avvicina dapprima al giornalismo, per poi entrare nel mondo dell’istruzione. Insegna tuttora nell’hinterland milanese. Chiamatemi stagionata è il suo primo romanzo

lunedì 9 dicembre 2024

La Biblioteca dell' Abbazia di Admont una meraviglia uscita da un sogno


Una gigantesca "cattedrale di libri"

Immagina una stanza lunga 70 metri – praticamente come un campo da calcio – larga 14 metri e alta 13 metri. Non è solo una biblioteca, è una reggia della conoscenza! Le sue proporzioni maestose ti fanno sentire piccolo come un segnalibro. Ma non temere, qui la grandezza ti avvolge e ti abbraccia con il profumo di antichi volumi.

Bellezza che toglie il fiato

Se esistesse un premio per la biblioteca più bella del mondo, quella di Admont sarebbe campionessa imbattuta. Bianco candido e decorazioni in oro che sembrano scintillare sotto la luce naturale, un soffitto dipinto con sette affreschi paradisiaci. Questi affreschi, opera di Bartolomeo Altomonte, raccontano la storia dell'intelligenza umana, dall'oscurità dell'ignoranza fino alla luce divina della verità. Ti sembra di camminare in un sogno dove ogni dettaglio ti invita a fermarti e dire: “Wow!”

Stift Admont by Friedrich Beren.


I libri: veri tesori del sapere

Pronti per il conto dei volumi? La biblioteca ospita la bellezza di 200.000 libri, di cui 1.400 manoscritti medievali e ben 530 incunaboli (cioè libri stampati prima del 1500, veri nonni delle nostre librerie moderne). Alcuni manoscritti risalgono addirittura all’VIII secolo!
Hai presente il detto “Un libro è per sempre”? Beh, qui lo prendono alla lettera. E non si tratta solo di libri polverosi: ogni volume è curato, amato e valorizzato.



Una sala pensata per la luce e la mente

Non è un caso che tutto sembri così luminoso e arioso. L’architetto Joseph Hueber, che progettò la biblioteca nel 1776, aveva una filosofia molto chiara: la conoscenza e la ragione devono risplendere come la luce. E così ha riempito questa sala di finestre e colori chiari. Bianco per la purezza della verità e oro per la ricchezza del sapere. È come se ti dicesse: “Vieni, studia e lasciati illuminare”.



Un’esperienza visiva senza pari

Oltre ai libri, la biblioteca è un capolavoro visivo grazie alle sculture di Joseph Stammel, che aggiungono un pizzico di teatralità. Il suo gruppo scultoreo più famoso, “Le Quattro Ultime Cose”, rappresenta la Morte, il Giudizio, il Paradiso e l’Inferno. Queste statue sono così espressive che ti fanno venire i brividi… e forse anche un po’ di voglia di comportarti bene!



Non solo bellezza, ma anche resilienza

Un dettaglio curioso: nel 1865 un incendio devastò l’abbazia, ma la biblioteca? Intatta! È come se fosse protetta da una forza misteriosa, quasi soprannaturale. O forse i libri hanno stretto un patto con la storia per sopravvivere!


Ah, l’incendio del 1865! Potrebbe sembrare la trama di un drammone storico, ma in realtà è più una commedia piena di colpi di scena… e con un lieto fine degno di un romanzo avventuroso.

Un incendio con del carattere

Era il 27 aprile 1865, e l’abbazia di Admont, con i suoi secoli di storia, si trova improvvisamente al centro di un disastro: un incendio devastante scoppia all'improvviso, divorando gran parte dell’edificio. Ma la biblioteca? Beh, diciamo che questa “dama di classe barocca” si rifiuta di cedere alle fiamme. Non una pagina bruciata, non un libro annerito. Un vero e proprio miracolo tra le macerie!

Ma com'è successo?

Diciamocelo, nel 1865 i sistemi di sicurezza antincendio non erano esattamente all’avanguardia (niente sprinkler, niente estintori, solo tanta preghiera). L’incendio si propaga velocemente, probabilmente aiutato da materiali infiammabili come legno e cera delle candele. In un attimo, l’abbazia sembra trasformata in un gigantesco barbecue gotico. Gli abitanti tentarono di salvare il salvabile, ma gran parte degli edifici circostanti è distrutta.

Stift Admont Pavillon 


La biblioteca diventa una “diva”

Ma eccola lì, la biblioteca, come una vera regina barocca intoccabile. Le fiamme l’hanno circondata, minacciata, ma è rimasta perfettamente integra, come se avesse detto: “Oh no, non oggi, caro incendio!”
Molti attribuiscono  la salvezza a un intervento divino, e chi può biasimarli? Dopo tutto, i manoscritti e i libri antichi sono tra i tesori più preziosi dell’umanità. O forse la biblioteca sapeva già che era destinata a diventare una leggenda.

Una ricostruzione eroica

Dopo il disastro, l’abbazia viene ricostruita con cura, ma la biblioteca non ha bisogno di alcun ritocco. Come una star che esce da una scena di pericolo senza un graffio, ha continuato a brillare e ad accogliere nuovi volumi, aumentando la sua collezione di tesori letterari.

abbazia di Admont esterni (immmagine pubblico dominio)


Per gli amanti dei libri una vista è d'obbligo

Oggi la biblioteca è una delle attrazioni più amate dell’Austria. Migliaia di visitatori ogni anno arrivano con gli occhi pieni di aspettative, e nessuno resta deluso. È un luogo dove puoi sentire l’eco del passato, ammirare l’arte, e – perché no? – sognare di leggere uno di quei preziosi volumi.

La Biblioteca dell’Abbazia di Admont è molto più di una stanza piena di libri: è un tempio della conoscenza e un tributo alla bellezza umana. Se non l’hai ancora visitata, mettila subito nella tua lista dei desideri! 

 

mercoledì 4 dicembre 2024

Rosella Vacchino, intervista all' autrice di Autobiografia Felina

Rosella Vacchino, scrittrice, psicologa e psicoterapeuta nonché Autrice di Autobiografia Felina, Editore Baima Ronchetti. Un libro che farà impazzire gli amanti dei gatti, i bambini e chiunque ami i pelosi, perché gatta Luna, la protagonista parla in prima persona. 
Io non ho resistito..Sarà  forse anche perché ho un gatto? Quindi ho dovuto e voluto intervistarla durante il suo strepitoso firmacopie a Torino di sabato 30 novembre presso la libreria edicola Borio.

Rosella  Come e perché è nata l’idea di scrivere su gatta Luna?

"Ho sempre amato i gatti, ne ho avuti diversi ma Luna era speciale, ci intendevamo a meraviglia. Il libro è nato come sviluppo e prosecuzione di un racconto che avrebbe dovuto essere inserito in “Un giorno all’improvviso”, ma ha assunto una vita propria. Ho scelto di far parlare lei perché in tutti i libri sui gatti è sempre l’autore umano che narra, descrive, interpreta i comportamenti dell’animale. Io invece ho voluto dare voce alla protagonista, che presenta ciò che le accade e che prova dal proprio osservatorio e punto di vista. Mi è sembrato un segno di rispetto e di riconoscimento".

Rosella Vacchino durante il firmacopie


Può essere una lettura adatta anche ai non gattofili?

"Certamente. E' un libro per chi ama i gatti, anche senza necessariamente averne uno: magari la storia raccontata nel libro può invogliare ad adottare un micio (non a comprarlo, sono in tanti a cercare una casa). Secondo me è adatto a tutti coloro che amano gli animali, benché nella mia esperienza i proprietari di cani siano poco inclini a leggerlo. Pur non avendo mai avuto cani, ho letto e apprezzato qualche libro con cani protagonisti, a cominciare da Zanna bianca: la predilezione per un certo animale non dovrebbe precludere la conoscenza di altre specie, anche attraverso i romanzi"

Ribaltamento dei ruoli. Se gatta Luna potesse mettere zampa…

"In alcune delle situazioni descritte nel romanzo non ero presente, quindi ho dovuto ricostruire cercando la maggior verosimiglianza possibile, ma non è sicuro che ci abbia azzeccato (es. l’incidente che la tiene lontana da casa per otto giorni, di cui ho visto solo il risultato); Luna potrebbe dare la versione esatta di questi episodi, e verificare se mi sono avvicinata più o meno alla realtà. Sono invece abbastanza sicura di aver colto con sufficiente precisione i suoi sentimenti e stati d’animo. Credo che sarebbe fiera del lavoro svolto, di avermi dato lo spunto e i contenuti per scrivere il libro, e penso che le piacerebbe".
Rosella Vacchino e Paolo Borio titolare della libreria 


Quanto ti ha aiutata la tua attività di psicologa?

"Credo mi abbiano aiutato l’abitudine ad osservare in modo neutrale l’espressione e la comunicazione non verbale, così importante soprattutto nei bambini e negli animali; la capacità di provare empatia senza sostituirmi all’altro, e, trattandosi di una gatta, rispettando la sua felinità senza attribuirle caratteristiche umanizzanti".

Due consigli spassionati da Rosella…e da Luna

Il mio primo consiglio è di valutare bene prima di decidere quanto si sia disposti ad occuparsi di un micio e di un animale in genere: il libro, secondo me, offre un quadro piuttosto realistico di ciò a cui si va incontro, non solo in positivo. Troppe volte si prendono cuccioli come se fossero giocattoli, buttandoli via se danno fastidio e se ne ha abbastanza. Il secondo consiglio, come ho detto più sopra, è di evitare di acquistare dei piccoli, ma piuttosto adottarli da una cucciolata dopo che siano stati svezzati, o da un gattile, senza dimenticare che ci sono molti gatti adulti rimasti soli, più educati e gestibili rispetto ai cuccioli.



Luna, dal canto suo, suggerisce di trattare l’animale come un animale, evitando di proiettare sentimenti e punti di vista umani, ma cercando di riconoscere e rispettare quelli dell’amico felino. Inoltre chiede, ove possibile, che al gatto, con le dovute precauzioni, sia consentita una certa libertà di movimento in modo da vivere come la sua natura richiede: questa è stata la sua esperienza che ha molto apprezzato.



La Biblioteca di Brentwood in Tennessee: tra libri, storia e... antiche tombe

La Biblioteca di Brentwood: dove la lettura incontra l’avventura. Nel cuore verde del Tennessee, a Brentwood, esiste una biblioteca che semb...